terça-feira, março 08, 2005
"La Biennale" - Veneza e a polémica em Itália
Biennale senza Italia
Presentata la nuova edizione della Biennale di Venezia, che invaderà la laguna dal 12 giugno al 6 novembre. Due donne come curatrici, le spagnole Rosa Martìnez e Marìa de Corral. Arrivano artisti da 73 paesi, e la Cina. Ma pochissime sono le presenze italiane

Biennale di Venezia classe 2005: sempre più internazionale, sempre meno italiana. Per la sua 51esima edizione, a festeggiare dal 12 giugno al 6 novembre i suoi primi 110 anni, l'attesa rassegna lagunare si autocelebra - per voce del suo presidente Davide Croff - come la prima ad essere guidata da due donne e per giunta spagnole, Marìa de Corral, che firmerà la supercollettiva al Padiglione Italia nei Giardini "L'esperienza dell'arte", e Rosa Martìnez, patron dell'Arsenale con l'altrettanto superaffollata mostra "Sempre un po' più lontano". Ma dei 42 artisti scelti da Marìa de Corral, solo due sono italiani - Monica Bonvicini e Francesco Vezzoli - e dei 49 selezionati dalla Martìnez, solo tre sono figli del tricolore - le romane Micol Assael e Bruna Esposito e Gianni Motti che lavora insieme allo svizzero Cristoph Buchel. E se quest'anno la manifestazione vanta la partecipazione di ben 73 paesi, con 31 allestimenti nei padiglioni dei Giardini, e 42 interventi a tappeto sulla città, con new entry come Afghanistan, Albania, Marocco e non solo, dell'Italia rimane sulla carta il magro bottino dello smilzo padiglione Venezia ai Giardini dove sfilano i vincitori del premio per la giovane arte italiana organizzato dalla Darc (Direzione generale per l'architettura e l'arte contemporanea) presieduta da Pio Baldi, nello specifico, Manfredo Beninati, Loris Cecchini, Lara Favaretto e l'argentina Carolina Raquel Antich. Dov'è dunque l'Italia? All'obiezione, Marìa de Corral ricorda che la Biennale di Venezia è una mostra internazionale, ma Davide Croff dà appuntamento alla prossima edizione del 2007, quando si realizzerà ex novo un padiglione "Italia" all'Arsenale tutto dedicato alla promozione e al sostegno dell'arte italiana: "Abbiamo già individuato l'area all'Arsenale - dichiara Croff - lo spazio già esiste, ma deve essere allestito da un architetto che dobbiamo nominare. Sarà un palcoscenico esclusivo per gli artisti italiani, con un suo specifico curatore". Aspettando con pazienza di vedere un po' di Italia alla Biennale '007, la rassegna della prossima estate veneziana si caratterizza da "un'ampia riflessione - come spiega Croff - su come siamo arrivati all'arte contemporanea di oggi, e su come la realtà creativa di oggi possa essere prefigurazione di un domani comunicativo". Cuori pulsanti saranno, appunto, le due mostre "specifiche e complementari" firmate dalle due ladies iberiche per una Biennale "non femminista - avverte Marìa de Corral - ma femminile, che lascia emergere le caratteristiche proprie delle donne. Che racconta territori dell'intimo, esperienze emozionali, espressioni di desideri, di fragilità e di tutto ciò che è pienamente emotivo".

I famosi e suggestivi 9mila metri quadrati dell'Arsenale, tra Corderie e Artiglierie, saranno invasi dalla supercollettiva di Rosa Martìnez, "Sempre un po' più lontano": "Un titolo che cita la mia fonte d'ispirazione - racconta la mora curatrice - Corto Maltese, il personaggio d'avventure ideato dal fumettista veneziano Hugo Pratt. Mi piace questa figura di avventuriero, di viaggiatore romantico. In particolare, la scena in cui una zingara legge la mano a Corto Maltese da bambino e gli dice che la linea del destino non c'è sulla sua mano. Lui, allora, prende un coltello e se la traccia da solo. Si costruisce il suo destino. Così, io ho scelto artisti che hanno lavorato almeno negli ultimi dieci anni e che hanno seguito una traiettoria molto personale. Sono convinta che un curatore debba sfruttare al meglio questa traiettoria, senza contaminarla o guidarla". Il suo è un panorama variegato, segnato dalle tendenze più attuali, frammentario e convulso, apparentemente distonico. Dove ogni artista esprime se stesso e basta, piccoli grandi a-soli, da Olafur Eliasson, a Samuel Beckett, da Mona Hatoum a Rem Koolhass, da Mariko Mori a Pascale Marthine Tayou.

Il Padiglione Italia diventa "L'esperienza dell'arte" secondo Marìa de Corral, rossa, impeccabile, inalterabile. "L'arte è un'esperienza, un'emozione, un piacere e con questa mostra voglio recuperare questi valori. Mi piacciono gli artisti capaci di emozionarsi di fronte ai cambiamenti del mondo e che sanno rinnovare le modalità di raccontare questi cambiamenti. Per questo ho fatto un lavoro sulle opere. Mi sono interessato al contenuto. Ho cercato quelle che sanno comunicare uno sguardo sul mondo. Il Padiglione Italia diventa un labirinto. Non c'è un tema, ma una cosmologia. Gli artisti sono legati da un fil rouge che è il loro modo di vedere il mondo e raccontarlo. La mia mostra non vuole essere uno spettacolo, ma un viaggio nell'intimo dell'artista". E ogni artista si racconta attraverso quattro opere, costruendo una micro-personale all'interno della macro-collettiva. E spiccano nomi storici più manualizzati, che hanno lavorato negli anni '50, '60, '70, '80, da Francis Bacon a Dan Graham, da Donald Judd a William Kentridge, da Antoni Tàpies a Bruce Nauman, da Marlene Dumas a Gabriel Orozco, da Leandro Erlich a Chen Chieh-jen.

Due mostre elaborate a tempo record, in cinque mesi, dalla nomina delle curatrici da parte della direzione della Biennale. "Mostre che - come scherza la Martìnez - appartenendo ad una tradizione cattolica e credendo nei miracoli, siamo riuscite a costruire". Extra moenia, una decina di installazioni fluttueranno in roccaforti espositive disseminate nella laguna, a partire dalla riva antistante l'ingresso dei Giardini, che ospiterà la gigantesca opera di Fabrizio Plessi "Mare verticale", una sorta di totem high tech alto 44 metri di acciaio e alluminio, tenuto a battesimo nel 2000 dall'Espo di Hannover. Creatura che volerà in Cina nel 2006, in occasione dell'anno dell'Italia nella terra di Confucio. E, a proposito di Cina, avverte Pio Baldi: "Abbiamo concluso le trattative con i rappresentanti cinesi per allestire un padiglione cinese nell'Arsenale per la Biennale 2005. Quest'anno sarà solo un intervento provvisorio per poi costruire uno spazio permanente per questo paese dalla prossima edizione".

Non mancheranno gli eventi collaterali, in tutto 23 tra convegni, performance, seminari, mastre che coinvolgeranno anche Mestre e Marghera. E se l'imminente edizione è stata orchestrata "di corsa", per la prossima del 2007 già la macchina è all'opera: "Abbiamo avviato un progetto pluriennale - spiega Croff - questa Biennale rientra in un programma di più ampio respiro. Abbiamo già nominato il prossimo curatore, Robert Storr, che terrà il grande Simposio a Venezia nel dicembre prossimo, un dibattito sull'arte contemporanea dove confluiranno i temi affrontati nei seminari di San Paolo, Shangai e Instambul". E per il 2006 si conferma, oltre alla spedizione italiana alla corte dei Ming, l'emigrazione della Biennale nelle otto regioni del Sud, con la rassegna "Sensi Contemporanei".
LAURA LARCAN, La Reppublica (7 marzo 2005)
posted by George Cassiel @ 3:50 da tarde  
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"Este era un cuco que traballou durante trinta anos nun reloxo. Cando lle chegou a hora da xubilación, o cuco regresou ao bosque de onde partira. Farto de cantar as horas, as medias e os cuartos, no bosque unicamente cantaba unha vez ao ano: a primavera en punto." Carlos López, Minimaladas (Premio Merlín 2007)

«Dedico estas histórias aos camponeses que não abandonaram a terra, para encher os nossos olhos de flores na primavera» Tonino Guerra, Livro das Igrejas Abandonadas

 
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